I'm your best one of all!

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Scoprire che frequentavamo persino la stessa scuola, era ancora più strano di quanto pensassi. Sempre tenendola in braccio, mi avviai verso la scuola, e la portai fino in camera sua. Non fu difficile farmi dire dalla segretaria quale fosse, e farmi dare la chiave. In fondo, io potevo conquistare tutte le donne del mondo. Anche le più ostinate. Aprii la stanza, e chiusi la porta con un piede, che la fece sbattere molto forte. Poi, mi avviai verso il letto, e vi lasciai cadere lentamente Jennifer, che sembrava in catalessi. Ehi, guarda che sei arrivata in camera.. affermai poi, alzando un pò il tono, giusto per farle sentire che poteva benissimo riprendersi e aprire gli occhi. Guardai l'ora, ed erano le quattro passate. Avevo bisogno di una dormita, altrimenti non mi sarei mai alzato in tempo per la lezione di filosofia che avrei avuto alle otto e mezza di quel lunedì mattina. Dormi bene. Io vado in camera mia. Ciao, Jennifer. le dissi poi. Mi avvicinai alla porta, e misi la mano sulla maniglia, cercando di aprirla.

Ovunque andrai io ti troverò

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Dopo aver messo Jennifer a letto, stavo per andarmene, ma la maniglia di quella porta me lo impediva. Non voleva aprirsi. Ad un certo punto però, la ragazza mi disse con una voce strana, di restare. Che non mi avrebbe fatto nulla, ma di restare lì. Mi pregò anche. Beh, come rifiutare l'offerta di una ragazza che ti prega?!. Mi avvicinai a lei, e le misi una mano sulla fronte. Scottava. Tu scotti! le dissi con fare preoccupato. Mi misi a cercare un termometro per tutta la stanza, ma fortunatamente andando in bagno, lo trovai. Lo presi, e glielo misi sotto l'ascella. Aveva la febbre a trentotto e mezzo. Le tolsi quel vestito che aveva, e le feci indossare il pigiama pesante, che aveva sotto il cuscino. La feci sdraiare nuovamente sul letto, e dopo averle rimboccato le coperte, mi sdraiai anch'io sul letto con lei, ma non infilandomi sotto le coperte ma fuori da esse. Chiusi gli occhi cercando di addormentarmi, ma non ci riuscii per niente, perchè ero preoccupato che la febbre potesse salirle. Le strinsi la mano, per quasi tutta la notte.

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Stavo dormendo beato, e stavo sognando di combattere contro un esercito di vampiri, quando sentii la voce di una ragazza chiamarmi. Aprii gli occhi, ed avevo quelli di Jennifer puntati sui miei. Buongiorno Jennifer! affermai, sorridendole. Stava molto meglio oggi. Non era più pallida come la sera precedente, e soprattutto era molto più sexy di quanto immaginassi. Mi alzai dal letto, e mi grattai la fronte, e un pò i capelli, scompigliandomeli tutti. La guardai meglio e notai che mi fissava con la faccia di chi non ricordasse chi fossi. Volevo divertirmi un pò e lo avrei fatto subito. Beh? Non ricordi più cos'è successo tra noi? le chiesi, facendo una finta faccia dispiaciuta.

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Sorrisi quando disse che sarei diventato padre. Si, di quindici gemelli a quanto pare!. Le feci l'occhiolino, mentre le rispondevo con altrettanta ironia. Poi, notai che cambiò sguardo, e che poco dopo pronunciò il mio nome. Si era ricordata della nostra seratina romantica nella foresta. Si scusò con me per quello che mi aveva fatto passare. Tranquilla.. ci sono abituato. Non sei mica la prima ragazza che mi capita di salvare dalla foresta... Era esattamente la cruda verità. Mi capitava spesso di dover salvare giovani e belle ragazze in pericolo nei boschi e nelle foreste. Lei non era ne la prima, ne sarebbe stata neanche l'ultima. Comunque, noto con piacere che stai meglio stamattina.. le dissi poi. Mi avviai verso la porta, e ripresi ad aprirla. Quella maniglia aveva dei problemi. Non riuscivo ad aprire. Comunque, la tua maniglia è rotta! Mi.. apriresti la porta? le domandai poi, con gentilezza, disegnando un sorriso a trentadue denti sulle mie labbra.

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non riuscivo ad aprire quella maledetta maniglia. Era strano, e molto, perchè io riuscivo ad aprire ogni cosa, anche la più inapribile. Ad un certo punto, chiesi l'aiuto di Jennifer, e lei venne, mise la mano sulla mia, ed aprii la maniglia della porta. Quando le nostre mani si sfiorarono, sentii un qualcosa di strano pervadermi tutto il corpo. Qualcosa di mai provato prima. Levò la sua mano dalla mia e mi chiese di restare per un caffè. Le sorrisi e annuii con la testa a quella sua affermazione. Ok dai, resto molto volentieri. Ma se poi non è il miglior caffè del mondo, non mi vedrai mai più in questa stanza.. affermai con ironia. Avevo proprio voglia di un caffè e non solo di quello. Mi tornai a sedere, sulla sedia che c'era vicino alla scrivania della stanza di Jennifer, e aspettai che mi portasse quel suo magnifico caffè.

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Il caffè era pronto, ed aveva anche un buon profumino. Jennifer si avvicinò molto lentamente a me, portandomelo, ma esattamente nel momento in cui mi si ritrovò davanti, me lo versò addosso. Dispiaciuta, mi chiese scusa. Io sorrisi divertito. Non mi era mai capitata una cosa del genere. Lo aveva fatto apposta e lo sapevo benissimo. Prima che la maglietta peggiorasse, dato che era la mia preferita, me la tolsi, e rimasi a petto nudo davanti a lei. Scusa un secondo.. vado a sciacquarla, prima che il caffè si impossessi di lei e la faccia diventare marrone.. preferirei averla bianca come adesso.. comunque tranquilla.. l'unica cosa scomoda è che dovrò stare a petto nudo, finch la maglietta non si asciuga.. le dissi poi. Dovevo restare lì, fino a quando non avrei riavuto la mia maglietta pulita e perfettamente bianca come era. Mi avviai verso il bagno e cominciai a lavarla con acqua fredda. La macchia si levò poco dopo. Ritornai in stanza da Jennifer, e andai a stendere la maglietta nello stendino che aveva sul balcone. Poi rientrai e mi sedetti sul suo letto. Dovrai sopportarmi per altri dieci minuti.. con queto vento la maglietta si asciugherà in un batti baleno... Sorrisi a trentadue denti, e mi misi a braccia conserte. Comunque adesso il caffè me lo verso da solo... Mi avviai, ma non c'era più. Beh? E adesso come faccio a constatare la bontà o l'acidità del tuo caffè? Dovrai farmene assaggiare un pò del tuo.. le dissi poi, facendole l'occhiolino.

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Quando tornai da fuori, e rimasi dentro a petto nudo, notai lo sguardo di Jennifer su me stesso. Beh, che fossi figo, era ovvio. Che le ragazze mi venissero dietro, anche. Ma il suo, era più uno sguardo da "ti voglio sessualmente", piuttosto che uno da "ehi quanto sei figo". Sorrisi con un ghigno, e la guardai. Mi disse che potevo bere il suo caffè, dopo di che andò in bagno a farsi una doccia, dopo avermi baciato dolcemente una guancia. Dopo cinque minuti riapparve, solo in biancheria intima, e mi chiese se gli passavo una camicia che era sul letto. Ingoiai il mio sorso di caffè, e mi mordicchiai il labbro. Era, molto bella con solo la lingerie addosso. Perchè cavolo doveva indossare una camicia? Mi avvicinai alla porta, e con la camicia in mano le dissi E se io non volessi dartela? le domandai, facendo un pò il sadico. Beh, io non vedevo l'utilità di quella camicia al momento. Poteva stare benissimo anche senza. Spalancai un pò più in là la porta, e mordicchiandomi il labbro da dentro, continuai a guardare Jennifer. Le sarei saltato addosso di li a poco. Era una certezza. Io ero uno che non resisteva molto alle tentazioni, e lei in quel momento lo era. Ma lo sarebbe stata ancora per poco, perchè quella notte Jennifer sarebbe stata mia.

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Jennifer mi stuzzicava toccandomi il petto. Indossò la camicetta, senza però abbottonarsela. Che fosse un segno? No, non voglio.. ti è già bastata la febbre di ieri sera.. affermai. Mi allontanai da lei, e mi riandai a sedere sul suo letto. Mi sdraiai su di esso, e chiusi gli occhi. Avevo stranamente sonno. Chissà se la mia camicia si era già asciugata. Sarei andato a vedere tra un pò di minuti. Rialzai lo sguardo verso Jennifer e sorrisi Comunque, hai proprio un bel corpicino.. eh. Doveva avere l'aspetto di un complimento, ma io non ero un gran che a farli.

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